“Ecco il libro che mancava nell’universo del calcio come letteratura, metafora della vita, racconto tra cronaca e passione, religione laica e linguaggio pasoliniano. Andrea Novelli, con il suo stile ora limpido e ora tagliente, ci porta dentro le vene aperte del football: e ogni pagina contiene una rivelazione, un rimando, un’attesa. Questo volume ha trovato, nella mia biblioteca ideale, il suo nobile spazio tra Eduardo Galeano e Osvaldo Soriano”. Darwin Pastorin
“Un libro originale e coinvolgente, metà racconto, metà analisi sociologica che ci riporta agli anni delle grandi speranze.” Massimo De Luca
Il 19 aprile 1989, il giorno delle semifinali di ritorno Sampdoria-Malines 3-0 in Coppa delle Coppe, Bayern Monaco-Napoli 2-2 in Coppa Uefa e Milan-Real Madrid 5-0 in Coppa dei Campioni, è considerato da tutti gli addetti ai lavori lo snodo cruciale che ha dato al nostro calcio la consapevolezza di poter primeggiare in campo internazionale, il preludio a un’epopea durata un decennio che ha visto sette squadre ottenere almeno una vittoria europea. Solo per la sconfitta in finale della grande Samp di Vialli e Mancini a opera del Barcellona, infatti, le italiane non riuscirono a completare già quell’anno un clamoroso en plein, ma si dovette attendere ben poco: nella stagione successiva, con la conquista contemporanea di tutti e tre i trofei, l’Italia conseguirà un record ineguagliato e di fatto ineguagliabile, visto che la Coppa delle Coppe non esiste più. Presentendo l’eccezionalità del momento, Andrea Novelli, all’epoca giovane arbitro dell’AIA, decise di assistere alle partite di Marassi e di San Siro, seguendo alla radio la contemporanea sfida di Monaco. Oggi ci regala un affresco vivido di quella giornata straordinaria, restituendoci la bellezza di un rito a cui ha partecipato con la lucida adesione dell’appassionato non tifoso. Perché, se è vero che, come scriveva Pasolini, il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo, di certo quel 19 aprile 1989 andò in scena uno degli spettacoli più emozionanti di sempre, non solo per i sostenitori delle squadre coinvolte, ma per un’intera collettività. Un’emozione che è bello rivivere e difficile non rimpiangere.